Anche quest’anno i bimbi di prima scopriranno la lettura e la scrittura col Metodo Analogico.
L’idea sottesa al Metodo elaborato dal Maestro Camillo Bortolato viene colta con chiarezza se prima si distingue l’apprendimento della lettura da quello della scrittura. Il primo, spesso frutto della casualità, vede il bambino inventore del proprio modo di leggere la parola (globale, analitico o sillabico o una casuale combinazione degli stessi), il secondo, invece, richiede che il bambino sia guidato, con pazienza e disciplina, seguendo un procedimento lineare e graduale.
Ma se già può risultare chiaro il ruolo dell’insegnante nell’apprendimento della scrittura, cosa gli resterà da fare per quello della lettura se la si impara “spontaneamente”e in modo personale?
Proviamo a dare una risposta. L’insegnante che adotta il metodo analogico fornisce all’alunno tutti gli input del caso: fin dal primo giorno di scuola farà conoscere tutti i suoni delle lettere e molto presto anche i suoni difficili (chi, che, ghi, ghe, gn, gli, sci, sce), agevolato nel compito della memorizzazione dei suoni dalle immagini-gancio che funzionano come rinforzi emozionali. Solleciterà inoltre le prime combinazioni di suoni (consonante-vocale) e la grafica delle semplici ma coinvolgenti letture di Pitti permetteranno anche l’intuizione delle parole (agevolando anche la lettura globale).
Bortolato mette a disposizione dell’alunno e dell’insegnante dei materiali preziosi che rendono più accattivante, ma anche più semplice, il lavoro di entrambi. Dal libro di Pitti (il personaggio guida del progetto) che stimola nel bambino la curiosità e lo appassiona alla lettura, alle “strisce confermative”, strisce che esemplificano le più importanti regole ortografiche e che dovrebbero poter essere consultate ogniqualvolta il bambino abbia dei dubbi, anche in corso di esercitazione. Questo singolare impiego delle strisce (persino in corso di esercitazione!) è un altro punto di forza del Metodo ed ha un senso se si accoglie l’idea che lo scopo ultimo dell’insegnamento non dovrebbe essere quello di giudicare e valutare il compito del bambino ma semplicemente quello di far apprendere. E il rinforzo visivo punta proprio in questa direzione.